Tra stravaganti colori suoni e visi, mi appare il caos di un programma televisivo. Scrutinati da che, da cosa, e da chi? Un'ora di freddo ad attendere il passaggio di una camera che lenta sfiora le teste di chi si crede Zeus! Ho la tosse e quell'attesa oltre ai nervi ha gustato anche la mia voce che nel momento culminante non mi ha abbandonato, ma ha fatto fremere i muri di un piacere impercettibile forse anche a loro.
Lindo e pulito quasi maniacale quel bianco delle pareti, quasi un ospedale. Ma i grembiulini dei bambini erano di pelle e quelli delle bambine troppo corti!
Lamine e strass in quel bagliore fatto di bianco latte e luci artificiali. Labbra rosse e voci soffuse e orecchie tese ad origliare: "Come sarà, quando sapremo? Come andrà?"
Il panico si è impossessato di me e un rifiuto totale di ciò che avevo intorno. Ho girato il plesso per cercare un'uscita ma parevo esser stata risucchiata da quella spirale di cemento.
Finalmente dopo minuti andati alla ricerca di aria, ecco la meta! Era lì a pochi passi, dietro di me.
La strada per la stazione era lunga, il freddo tagliente, mi sono persa lungo i campi adiacenti la Fiera. Un uomo africano mi ha fatto l'occhiolino dalla macchina, io andavo avanti a passo spedito.
Incontro un operaio e gli chiedo la strada per la stazione, mi fa tornare indietro. Ma questa città è peggio di un labirinto?
Attraverso due stop e mi ritrovo al punto di prima. fermo 27 passanti per chiedere indicazioni precise, ma ognuno ha un proprio punto di vista sui punti cardinali!
Disperata mi avvio cercando di interpretare il linguaggio oscuro delle indicazioni stradali. Dopo vari tentativi e stremata dall'incoerenza delle segnalazioni, mi ritrovo nel parcheggio delle biciclette. La rete alta non mi permette di uscire! Oddio! Sono in trappola! Poi alzo gli occhi e come d'incanto mi ritrovo sul primo binario e sulla via di casa.
Sento annunciare il treno per Bologna e lo rincorro, un controllore mi canzona perché, mi ricorda, che mancano ancora dieci minuti alla partenza e che il binario è l'altro.
Salgo al volo, mi siedo e mi viene da dormire. Una giornata molto stressante, una perdita di tempo! Ho nostalgia di casa e del mio letto.
Arrivo e mi lascio cadere sul divano, ma poi una telefonata mi sveglia di botto! E' il mio caporedattore, mi sta insultando!! Cooosa? Non mi vuol pagare i tre mesi di articoli?? Ma sei pazzo? Come? Dici che sembro un'infante? Ma ti senti? ma sei proprio stressato bello mio! Chiudo mesta, non una reazione, non una risposta. Devo pensare! Devo riflettere! Mi getto ancora sul divano e mi sento come una brocca appna soffiata. VUOTA. La mia argilla si sta per spezzare. Crollo!
Lacrime e rabbia, una mistura potente in me.
La porta... vado ad aprire! Ma sì, infondo è solo una giornata di schifo che può essere rovesciata. Come? Due spaghetti cucinati dalla mia amica, del vino bianco, brioche, mandarini e tanto tanto tanto tanto sex and the city!!!
Che Carrie sia un po' io? Forse sono io? Chi lo sa?
E dopo la fiction... speriamo nella realtà!
L.